Friday, December 22, 2006
COMUNICATO UFFICIALE DEL VICARIATO DI ROMA
«In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325)
SANTIAGO DEL CILE
Il giorno 12 dicembre 2006, a Santiago del Cile, il vescovo castrense, monsignor Juan Barros Madrid, ha officiato la messa funebre del generale Augusto Pinochet.
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Non aggiungiamo una riga di commento. Cris Marabotto & Marco Barsotti, 22 dicembre 2006
Thursday, December 21, 2006
«Morire dev’essere come addormentarsi dopo l’amore, stanchi,
tranquilli e con quel senso di stupore che pervade ogni cosa».

Ieri sera, con l'aiuto di un medico coraggioso, ci ha lasciati Piergiorgio Welby.
Grazie a questo medico, e all'aiuto di alcuni amici tra i quali Marco Cappato, e' stato rispettata la sua volontà -- contro i divieti delle religioni ed i cavilli, i distinguo, i ritardi burocratici di tutti gli altri.
Riflettiamo insieme su quanto aveva scritto ottantotto giorni fa al nostro Presidente della Repubblica.
Cris Marabotto, 21 dicembre 2006
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Lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
da Piergiorgio Welby, Co-Presidente dell’Associazione Coscioni
Caro Presidente,
scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo anche a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non è di disperazione, ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese.
Fino a due mesi e mezzo fa la mia vita era sì segnata da difficoltà non indifferenti, ma almeno per qualche ora del giorno potevo, con l’ausilio del mio computer, scrivere, leggere, fare delle ricerche, incontrare gli amici su internet. Ora sono come sprofondato in un baratro da dove non trovo uscita.
La giornata inizia con l’allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare. Una volta mi alzavo al più tardi alle dieci e mi mettevo a scrivere sul pc. Ora la mia patologia, la distrofia muscolare, si è talmente aggravata da non consentirmi di compiere movimenti, il mio equilibrio fisico è diventato molto precario. A mezzogiorno con l’aiuto di mia moglie e di un assistente mi alzo, ma sempre più spesso riesco a malapena a star seduto senza aprire il computer perchè sento una stanchezza mortale. Mi costringo sulla sedia per assumere almeno per un’ora una posizione differente di quella supina a letto. Tornato a letto, a volte, mi assopisco, ma mi risveglio spaventato, sudato e più stanco di prima. Allora faccio accendere la radio ma la ascolto distrattamente. Non riesco a concentrarmi perché penso sempre a come mettere fine a questa vita. Verso le sei faccio un altro sforzo a mettermi seduto, con l’aiuto di mia moglie Mina e mio nipote Simone. Ogni giorno vado peggio, sempre più debole e stanco. Dopo circa un’ora mi accompagnano a letto. Guardo la tv, aspettando che arrivi l’ora della compressa del Tavor per addormentarmi e non sentire più nulla e nella speranza di non svegliarmi la mattina.
Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà.
Starà pensando, Presidente, che sto invocando per me una “morte dignitosa”. No, non si tratta di questo. E non parlo solo della mia, di morte.
La morte non può essere “dignitosa”; dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita, in special modo quando si va affievolendo a causa della vecchiaia o delle malattie incurabili e inguaribili. La morte è altro. Definire la morte per eutanasia “dignitosa” è un modo di negare la tragicità del morire. È un continuare a muoversi nel solco dell’occultamento o del travisamento della morte che, scacciata dalle case, nascosta da un paravento negli ospedali, negletta nella solitudine dei gerontocomi, appare essere ciò che non è. Cos’è la morte? La morte è una condizione indispensabile per la vita. Ha scritto Eschilo: “Ostico, lottare. Sfacelo m'assale, gonfia fiumana. Oceano cieco, pozzo nero di pena m'accerchia senza spiragli. Non esiste approdo”.
L’approdo esiste, ma l’eutanasia non è “morte dignitosa”, ma morte opportuna, nelle parole dell’uomo di fede Jacques Pohier. Opportuno è ciò che “spinge verso il porto”; per Plutarco, la morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto e Leopardi la definisce il solo “luogo” dove è possibile un riposo, non lieto, ma sicuro.
In Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti. Per esaudire la richiesta di eutanasia, alcuni paesi europei, Olanda, Belgio, hanno introdotto delle procedure che consentono al paziente “terminale” che ne faccia richiesta di programmare con il medico il percorso di “approdo” alla morte opportuna.
Una legge sull’eutanasia non è più la richiesta incomprensibile di pochi eccentrici. Anche in Italia, i disegni di legge depositati nella scorsa legislatura erano già quattro o cinque. L’associazione degli anestesisti, pur con molta cautela, ha chiesto una legge più chiara; il recente pronunciamento dello scaduto (e non ancora rinnovato) Comitato Nazionale per la bioetica sulle Direttive Anticipate di Trattamento ha messo in luce l’impossibilità di escludere ogni eventualità eutanasica nel caso in cui il medico si attenga alle disposizioni anticipate redatte dai pazienti. Anche nella diga opposta dalla Chiesa si stanno aprendo alcune falle che, pur restando nell’alveo della tradizione, permettono di intervenire pesantemente con le cure palliative e di non intervenire con terapie sproporzionate che non portino benefici concreti al paziente. L’opinione pubblica è sempre più cosciente dei rischi insiti nel lasciare al medico ogni decisione sulle terapie da praticare. Molti hanno assistito un famigliare, un amico o un congiunto durante una malattia incurabile e altamente invalidante ed hanno maturato la decisione di, se fosse capitato a loro, non percorrere fino in fondo la stessa strada. Altri hanno assistito alla tragedia di una persona in stato vegetativo persistente.
Quando affrontiamo le tematiche legate al termine della vita, non ci si trova in presenza di uno scontro tra chi è a favore della vita e chi è a favore della morte: tutti i malati vogliono guarire, non morire. Chi condivide, con amore, il percorso obbligato che la malattia impone alla persona amata, desidera la sua guarigione. I medici, resi impotenti da patologie finora inguaribili, sperano nel miracolo laico della ricerca scientifica. Tra desideri e speranze, il tempo scorre inesorabile e, con il passare del tempo, le speranze si affievoliscono e il desiderio di guarigione diventa desiderio di abbreviare un percorso di disperazione, prima che arrivi a quel termine naturale che le tecniche di rianimazione e i macchinari che supportano o simulano le funzioni vitali riescono a spostare sempre più in avanti nel tempo. Per il modo in cui le nostre possibilità tecniche ci mantengono in vita, verrà un giorno che dai centri di rianimazione usciranno schiere di morti-viventi che finiranno a vegetare per anni. Noi tutti probabilmente dobbiamo continuamente imparare che morire è anche un processo di apprendimento, e non è solo il cadere in uno stato di incoscienza.
Sua Santità, Benedetto XVI, ha detto che “di fronte alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza, ricorrendo perfino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale”. Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa “giocare” con la vita e il dolore altrui.
Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente ‘biologica’ – io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico.
Sono consapevole, Signor Presidente, di averle parlato anche, attraverso il mio corpo malato, di politica, e di obiettivi necessariamente affidati al libero dibattito parlamentare e non certo a un Suo intervento o pronunciamento nel merito. Quello che però mi permetto di raccomandarle è la difesa del diritto di ciascuno e di tutti i cittadini di conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le volontà e le vite che, come la mia, sono investite da questo confronto.
Il sogno di Luca Coscioni era quello di liberare la ricerca e dar voce, in tutti i sensi, ai malati. Il suo sogno è stato interrotto e solo dopo che è stato interrotto è stato conosciuto. Ora siamo noi a dover sognare anche per lui.
Il mio sogno, anche come co-Presidente dell’Associazione che porta il nome di Luca, la mia volontà, la mia richiesta, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l’eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità che è concessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi.
Piergiorgio Welby
Saturday, December 09, 2006
Prodi for President!
Come "Prodi for President" ?, e' gia' presidente, direte voi.
No: Ci riferiamo alle elezioni USA del 2008: c'e' bisogno che si candidi proprio a quella posizione presidenziale.
Sappiamo infatti tutti quanto sia importante il rapporto DEFICIT/GDP (deficit diviso prodotto interno lordo): lo ha deciso il trattato di Maastricht.
Questo rapporto non deve superare il 3% e il fatto che in italia lo abbia superato:

e' gravissimo. Lo sappiamo, e' colpa di chi c'era prima, e per rimetterci in carreggiata dobbiamo soffrire tutti.
Solo che c'e' chi sta peggio di noi. Lo avreste mai detto ? Sono gli Stati Uniti d'America. Questi infatti viaggiano con un rapporto superiore al 6%:
Dunque l'economia americana e' in pericolo, inguaiata ben peggio di noi (e tutti lo sappiamo, negli usa si fa la fame). Ecco perche', amando quel paese quasi piu' del nostro, ci sentiamo di dirlo: c'e' bisogno di lui, del nostro Presidente, alla guida degli USA. E - mi raccomando - anche di Vincenzo Visco.
Cris Marabotto, 9 dicembre 2006
Saturday, November 18, 2006
It's your money!

Siamo a metà novembre, e la palestra sembra stranamente vuota. Un po perche c'e' effettivamente meno gente del solito, un po perche chi c'e' se ne sta sta piuttosto silente, lo sguardo perso ed il morale basso.
Sappiamo il perchè. Da quasi un mese, each and every day, ciascuno e tutti i giorni abbiamo subito la fiera della nuova tassa.
I SUV, il Ticket, il Soggiorno nelle località di vacanza, la successione, e poi oggi l'aumento inevitabile delle tariffe dei treni, e cosi' via. In fondo a questo POST c'e' l'elenco completo.
La colpa ovviamente e' di chi c'era prima (e prima la colpa era di chi c'era prima ancora, ovvero di chi c'e' adesso, perche' sono sempre gli stessi, stesso nome e stesso cognome...)
Si, Prodi avrà forse messo le basi per la rinascita eccetera eccetera ma senza accorgersene ha fatto un danno gravissimo: ha abbattuto il morale, ha fatto arrabbiare tutti, ha demoralizzato chi ha rischiato in proprio.
Il morale e' basso, e noi fatichiamo a capire come fare qualcosa almeno per i nostri clienti.
Come vorremmo essere negli USA! Ieri venerdi' sulla CNBC (canale news-economiche) un "anchor" (presentatore) ha detto che mancano poche centinaia di giorni alla scelta del nuovo presidente, e che e' il caso di guardare bene al suo programma economico, perche' - hey, IT'S YOUR MONEY - (sono i VOSTRI soldi).
Gia, perche' i soldi sono NOSTRI. C'e' voluta la CNBC per ricordarcelo, anche noi ormai eravamo entrati nel °mood" di pensare che fossero di diritto tutti dello STATO e che questo giustamente non dovesse far altro che cercare tutti i modi possibili di intascarli.
Cari parlamentari che "non riducete" lo stipendio, cari "staff di Palazzo Chigi" che ve lo aumentate, ricordate: IT IS OUR MONEY, e le elezioni torneranno.
Cris Marabotto, 15 novembre 2006
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PERSONE E FAMIGLIE
1. Irpef più cara. Nuova curva Irpef dal gennaio 2007:
Fino a 15mila euro aliquota del 23%;
da 15.001 a 28mila 27%;
da 28.001 a 55.000 38%;
da 55.001 a 70.000 41%;
oltre 70mila 43%.
I dipendenti pagano di più a partire da 40mila euro, gli autonomi da 30mila.
2. Detrazioni invece che deduzioni. Le deduzioni di lavoro dipendente, pensione, lavoro autonomo e altri redditi sono sostituite da detrazioni. Penalizzate le famiglie: i coniugi devono dividerle al 50%.
3. Pensioni. Contributo di solidarietà del 3% sulle quote dei trattamenti pensionistici eccedenti i 5mila euro mensili. Il contributo opera limitatamente al triennio 2007-2009.
E i diritti acquisiti?
4. Addizionale comunale. I comuni possono aumentare l'addizionale Irpef.
Il precedente governo aveva bloccato le addizionali comunali e regionali.
5. Imposta di scopo. I Comuni possono istituire da gennaio 2007 un nuovo tributo per favorire investimenti nel territorio comunale, come la creazione di infrastrutture.
Nuova tassa.
6. Successioni. Torna l'imposta su successioni per i patrimoni superiori al milione di euro. L'esenzione vale per ciascun erede diretto. Sulla parte di patrimonio eccedente gli eredi pagano un'imposta pari al 4%. I parenti oltre il quarto grado (fratello, nipote) non godono della franchigia e sul valore di ciò che ereditano pagano un'imposta del 6%; gli altri soggetti pagano un'imposta dell'8% su tutta l'eredità.
Il governo Berlusconi l'aveva abolita.
7. Donazioni. Ripristinata l'imposta: vale lo stesso regime delle successioni.
Il governo Berlusconi l'aveva abolita.
8. Spese mediche. Stretta sulle detrazioni per spese mediche: ai fini della deduzione la spesa sanitaria relativa all'acquisto di medicinali deve essere certificata da fattura o da scontrino fiscale contenente la specificazione della natura, qualità e quantità dei beni e l'indicazione del codice fiscale del destinatario.
In passato per alcune spese bastava un normale scontrino fiscale che indicasse il bene acquistato, ad esempio lenti a contatto monouso. Adesso, con questa inutile complicazione in più, molti rinunceranno a detrarre le spese sostenute.
9. Ricetta medica. Da gennaio, per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, gli assistiti non esenti sono tenuti al pagamento di una quota fissa sulla ricetta di 10 euro.
Una nuova tassa sulla salute.
10. Ticket. Per le prestazioni erogate dal pronto soccorso ospedaliero non seguite da ricovero codificate da codice bianco si paga un ticket di 23 euro, con codice verde 41 euro.
Come fa il cittadino a sapere, prima di andare al pronto soccorso, se il suo è un problema urgente o no?
11. Esami clinici da pagare. I cittadini, anche esenti, che non ritirano i risultati di visite o esami diagnostici o di laboratorio sono tenuti al pagamento per intero della prestazione usufruita.
12. Intrattenimento. Si interviene sul regime tributario degli apparecchi da intrattenimento. Si stima, dal 2006 al 2008, un maggior gettito di 48 milioni.
Punire chi gioca!
13. Tassa sui voli. Incremento dell'addizionale sui diritti di imbarco sugli aeromobili pari a 50 centesimi a passeggero finalizzato a ridurre il costo a carico dello Stato del servizio antincendio negli aeroporti.
Biglietti aerei più cari.
14. Passaporti più cari. Innalzata a 75 euro la tariffa dovuta per il rilascio del visto per il soggiorno e per il transito sul territorio italiano a cittadini di Paesi non appartenenti all'area Schengen.
15. Stangata sul risparmio. Nuova aliquota sul rendimento dei titoli (Bot, azioni, fondi): il prelievo sale al 20%.
16. Dividendi più tassati. Chi acquisisce un contratto di "pronti contro termine" ha diritto al credito di imposta sui dividendi solo se il diritto sarebbe spettato al cedente.
17. Sigarette più care. Anche per il 2007 si potrà intervenire sull'aliquota di base della tassazione sui tabacchi lavorati con un decreto dell'Amministrazione autonoma monopoli di Stato. Incasso previsto: 100 milioni.
CASA
18. Più tasse sulla vendita di case. L'imposta sostitutiva sulle plusvalenze derivanti dalla cessione di fabbricati e di terreni acquistati o costruiti da non più di cinque anni viene innalzata dal 12,5% al 20%.
19. Ici nella dichiarazione. Obbligo di indicare nel modello di dichiarazione, nella parte relativa ai redditi da fabbricati, i dati identificativi di ogni immobile dichiarato (indirizzo, dati catastali indicando foglio, sezione, particella, subalterno).
Un inutile obbligo burocratico.
20. Nuovo catasto. Sarà aggiornato il catasto dei terreni. In particolare, potranno emergere sia immobili non censiti dal catasto e che sono stati edificati negli anni, sia la diversa destinazione di immobili (palazzi, ville) ancora accatastati come fabbricati rurali ma oggi adibiti ad abitazioni.
21. Cambiano le rendite. Per le attività commerciali in immobili di categoria B (collegi, ricoveri, caserme, musei) vengono aggiornati i valori catastali: previsto un aumento del 40%.
22. Tasse ipotecarie. Modificate le aliquote sulle imposte ipotecarie e catastali.
23. Immobili in leasing. Viene esteso anche agli immobili oggetto di contratti di leasing la disposizione della legge Bersani. Ai fini della determinazione del costo dei fabbricati deve essere dedotto il costo delle aree occupate dalla costruzione e di quelle che ne costituiscono pertinenza. Quindi il credito Iva sarà inferiore.
24. Ipoteca e catasto. L'eventuale riutilizzazione a fini commerciali dei dati ipotecari e catastali può avvenire solo da parte di soggetti autorizzati dall'Agenzia del territorio, dopo aver corrisposto i tributi previsti.
25. Calamità. Allargamento dell'obbligo di assicurazione, per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali, sui fabbricati destinati a qualunque uso.
26. Condono marittimo. Previsto il recupero degli indennizzi pregressi degli ultimi 5 anni delle occupazioni a qualunque titolo irregolari e il recupero degli indennizzi pregressi degli ultimi 10 anni a valori di mercato relativi a immobili non regolari costruiti su demanio marittimo.
AUTOMOBILE
27. Bollo auto più caro. Aumento della tassa di possesso dei veicoli di potenza superiore ai 100 Kw (136 cv). Colpite le vetture medie. Aumento anche per le vetture Euro 0 e Euro 1 (le più vecchie).
28. Bollo auto sempre più caro. Regioni e province autonome che sforano il patto di stabilità devono automaticamente applicare la tassa automobilistica con aumento di 5 punti rispetto alle tariffe vigenti.
29. Bollo moto più caro. Aumenta il bollo per le moto "euro zero" che viene portato a 26 euro esclusi i ciclomotori. Sale anche la tassa di circolazione dei motocicli con potenza superiore agli 11 kw sempre "euro zero" che per ogni kw cresce di 1,70 euro.
30. Stangata sull'auto aziendale. Sale la tassazione dell'auto aziendale: una stangata che andrà da 700 a mille euro l'anno per 2 milioni di piccole imprese. La nuova disposizione avrà effetto retroattivo, a partire da gennaio 2006.
31. Auto dei disabili. Stretta sulle autovetture dei disabili. I benefici fiscali riconosciuti solo se i mezzi vengono utilizzati esclusivamente o prevalentemente a beneficio dei disabili. Decadenza dalle agevolazioni se l'auto viene rivenduta prima di due anni (la decadenza comporta l'obbligo di versare l'Iva risparmiata, pari al 16%, la detrazione Irpef eventualmente fruita e le tasse automobilistiche non corrisposte).
Sei disabile, non cambi l'auto.
32. Benzina più cara. Regioni e province autonome che sforano il patto di stabilità interno applicheranno automaticamente l'imposta regionale sulla benzina nella misura dello 0,0258 euro con efficacia dal 15 luglio.
33. Gasolio più caro. L'aliquota di accisa sul gasolio aumenta a quota 416 euro ogni mille litri di prodotto.
34. Biocarburanti più cari. Eliminata l'esenzione dell'accisa per il biodiesel, sostituendola con un'aliquota ridotta al 20%.
35. Pedaggi più cari. Nuovo sovrapprezzo istituito sulle tariffe di pedaggio autostradale per gli adeguamenti delle tratte.
36. Motorizzazione più cara. Da gennaio un decreto del ministero dei Trasporti stabilirà un incremento delle tariffe applicabili per operazioni in materia di motorizzazione. Incasso previsto: 45 milioni.
37. Patente a punti più cara. Chi non denuncia chi guidava l'auto, al momento dell'infrazione, paga una sanzione da 250 a mille euro.
38. Trascrizione più cara. Per ridurre l'indebitamento le Province possono aumentare del 5% l'imposta provinciale di trascrizione (che si paga al momento dell'acquisto dell'auto) per i pagamenti a decorrere dal 1° luglio.
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IO non ho coscienza e non distinguo il bene dal male, ma il codice penale lo conosco.
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39. Perdite fiscali. Eliminato il limite di 8 anni entro cui riportare le perdite verificatesi nei primi tre periodi di imposta introdotto con la manovra bis. Sparisce la possibilità di usufruire di crediti fiscali.
40. Tfr. Prelievo da parte dello Stato del flusso di Tfr dalle casse delle aziende con più di 50 dipendenti, nel caso in cui il lavoratore non scelga di destinare la liquidazione ai fondi pensione.
41. Autonomi. Prevista la revisione degli studi di settore, introdotti nel 1998: operazione che in futuro dovrà avvenire con cadenza triennale.
42. Autonomi/2. Una norma transitoria consente già dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2006 l'utilizzo di specifici indicatori di normalità economica, idonei a individuare ricavi, compensi e corrispettivi attribuibili al contribuente. Retroattiva quindi, all'insaputa delle partite Iva.
43. Autonomi/3. Per chi apre nuove società, con riferimento al primo periodo d'imposta di esercizio dell'attività, sono definiti appositi indicatori di coerenza per la individuazione dei requisiti minimi di continuità dell'impresa.
44. Autonomi/4. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, da emanare entro il 28 febbraio 2007, sono approvati indicatori specifici anche per settori economicamente omogenei.
45. Autonomi/5. Elevata la sanzione amministrativa per infedele dichiarazione in caso di accertamento da studi di settore, quando il contribuente non indichi in modo corretto le informazioni.
46. Contributi. Adeguamento delle aliquote contributive per le gestioni degli artigiani e dei commercianti: dal 1° gennaio 2007 sono fissate a quota 19,5%, dal 1° gennaio 2008 al 20 per cento.
47. Contributi/2. Per i lavoratori dipendenti le aliquote sono incrementate dal 1° gennaio 2007 dello 0,3% per la quota del lavoratore.
48. Contributi/3. Dal 2007 fissata al 23% l'aliquota della gestione separata Inps per i lavoratori autonomi che esercitano attività professionale o di collaborazione per i non assicurati presso altre gestioni e del 16% per gli altri iscritti.
49. Contributi/4. Salgono al 10% le aliquote dovute dai datori di lavoro per gli apprendisti artigiani e non artigiani.
50. Contributi/5. Aumenti in seguito alla norma interpretativa delle disposizioni in materia di determinazione della retribuzione pensionabile nei casi in cui, in conseguenza di accordi internazionali, sia avvenuto il trasferimento agli enti previdenziali italiani di contributi versati a enti di Paesi esteri.
51. Condono lavorativo. Per favorire l'emersione del lavoro irregolare, l'imprenditore può riallineare contributi e retribuzione, versando una somma pari ai due terzi della contribuzione dovuta.
52. Condono lavorativo/2. L'imprenditore che vuole trasformare il co.co.co in dipendente è obbligato a versare un contributo straordinario integrativo di una somma pari alla metà della quota di contribuzione.
53. Irap in rialzo. Prorogato anche agli anni successivi al 2006 l'incremento automatico delle aliquote di addizionale Irpef e della maggiorazioni Irap che scatta in caso di disavanzo regionale non coperto.
54. Più garanzie per l'Iva. Aumentano le garanzie per i depositi fiscali ai fini dell'Iva.
55. Iva sull'energia. Ristretto il campo di applicazione dell'Iva agevolata applicata all'energia termica proveniente da combustione di idrocarburi.
56. Imposta pubblicitaria. Introdotta una franchigia per l'applicazione dell'imposta comunale sulla pubblicità delle insegne di esercizio.
57. Canoni pubblicitari. Abrogata la disposizione che stabilisce che la tariffa del canone per l'autorizzazione all'installazione dei mezzi pubblicitari non deve eccedere di oltre il 25% le tariffe stabilite per l'imposta comunale sulla pubblicità deliberate nell'anno precedente. Possono aumentare.
58. Canoni demaniali. Prevista la riclassificazione di aree, manufatti, pertinenze e specchi d'acqua nelle zone marittime, da parte delle Regioni.
59. Tassa sui Tir. Un Dpcm stabilirà a quali tratte stradali di rilievo nazionale e autostradale applicare il nuovo sistema di tariffazione previsto da una direttiva Ue in attesa di recepimento, relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l'uso di alcune infrastrutture.
60. Sponsor sportivi. Giro di vite sulle sponsorizzazioni degli sportivi. Viene esteso ai contratti pubblicitari l'obbligo delle società di calcio di inviare per via telematica all'Agenzia delle entrate i dati sui compensi percepiti dai calciatori.
61. Opere pubbliche. Eliminata la possibilità per le imprese concessionarie della costruzione e dell'esercizio di opere pubbliche di dedurre in meno di 5 esercizi le spese sostenute per ripristino e sostituzione dei beni gratuitamente devolvibili allo scadere della concessione, che eccedono l'ammontare del relativo fondo accantonato.
62. Export. I costi di garanzia per il fondo rotativo a favore delle imprese italiane che esportano possono essere addebitati ai beneficiari dei finanziamenti stessi, cioè alle imprese.
VARIE
63. Imposta di bollo. Rimodulazione e arrotondamento delle imposte di bollo. La commissione potrebbe salire fino al 3 per cento. Minimo fissato a un euro.
64. Tassa di soggiorno. I Comuni possono deliberare l'istituzione di un contributo di soggiorno, a carico dei soggetti non residenti che alloggiano temporaneamente in alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e simili situati nel territorio comunale. La misura massima del contributo è di 5 euro per notte.
65. Cara riscossione. Pieni poteri alla Riscossione spa, che caricherà "l'aggio", cioè la commissione, dell'incasso dei tributi al contribuente.
66. Reverse charge. Meccanismo del reverse charge (inversione del carico del pagamento) esteso alle cessioni di immobili effettuate in Italia, nei confronti dei cessionari soggetti passivi d'imposta, da parte di imprenditori tenuti all'applicazione dell'Iva che hanno esercitato opzione in tal senso. Meccanismo esteso anche alla cessione di pc e di apparecchiature terminali per il servizio pubblico radiomobile terrestre.
67. Campione d'Italia. I redditi delle persone fisiche di Campione d'Italia prodotti in franchi svizzeri per un importo complessivo non superiore a 200.000 franchi sono computati in euro, sulla base del tasso convenzionale di cambio stabilito con decreto del Ministro dell'Economia, aumentato del 50% della differenza tra il suddetto cambio e quello fissato dal mercato.
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Saturday, October 21, 2006
E' colpa sua--E' stato lui!

Chi di voi ha due Gatti (o immaginiamo anche figli) si sara' trovato in questa situazione: rincasando trova qualcosa di ribaltato e rotto. Guarda i Gatti per capire chi sia stato e questi, parlando con gli occhioni spalancati, dicono (ciascuno di essi dice): "non sono stato io, e' stato lui!"
La stessa cosa stanno facendo Romano e Tommaso (Padoa Schioppa): a fronte di FINCH (societa' di rating) che "declassa" la valutazione sul debito pubblico italiano, dichiarano: "e' colpa di come abbiamo trovato i conti" (traduzione: SONO STATI LORO).
La stessa cosa ci ricordiamo diceva Silvio ogni volta che parlava dei conti pubblici: era colpa di tutti quelli prima.
Peccato che FINCH abbia detto a chiare lettere che il rating e' stato abbassato PER COLPA DELL'IMPOSTAZIONE DELLA FINANZIARIA DI OTTOBRE 2006, tutta tasse e niente tagli ai rami secchi.
Lo abbiamo sentito con le nostre orecchie, in inglese e nella traduzione italiana.
Per cortesia, capi del governo: crescete, e smettete con questa cantilena dell' "E' stato LUI!".
Cris Marabotto, ottobre 2006
Wednesday, October 18, 2006
Visco, Cimoli ed Alitalia...
I nostri soldi andranno ovviamente a finire in servizi per tutti noi, dunque non dovremmo dispiacerci neppure troppo di essere ancora una volta tar-tassati.
Ci siamo pero' accorti che qualcosa non quadra...non tutti i nostri soldi andranno in servizi.... Leggete questi dati, ripresi da un comunicato sindacale:
AirFrance:
Utile Operativo: 98.000.000 Euro
Stipendio Amministratore Delegato (mr.Spinetta): 29.583 Euro al mese
KLM
Utile Operativo: 261.000.000 Euro
Stipendio Amministratore Delegato (Van Vijk): 45.143 Euro al mese
British Airways
Utile Operativo: 330.000.000 Euro
Stipendio Amministratore Delegato (Rod Eddington): 64.727 Euro al mese
Alitalia:
Utile Operativo: - 160.000.000 Euro (ovvero una PERDITA di centosessantamilioni di Euro)
Stipendio Amministratore Delegato (Giancarlo Cimoli): 190.375 Euro al mese
Insomma, Cimili e' a capo di un'azienda che e' una vera voragine, che ha abolito tratte importanti quali quelle verso la Cina, che sopratutto con la sua presenza impedisce (occupando gli slot) alle compagnie low cost di offrirci servizi a basso costo su tratte nazionali, e cionondimeno guadagna piu' di tutti gli altri.
Ecco perche diciamo, con tutto il nostro fiato: BRAVO FLAVIO!
Cris Marabotto, 18 ottobre 2006
Tuesday, October 10, 2006
Consigli a Romano
E' chiaro a noi tutti i quanto sia necessario rientrare rapidamente nei parametri di Maastricht.
Vorremmo quindi inaugurare una rubrica di consigli al nostro Romano, in modo da semplificare a lui e all'amico Visco il lavoro (ultimamente li vediamo affaticati).
TIR
Dopo il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) nazionalizzato (a favore dell'INPS) proponiamo il TIR: Trattamento di Inizio Rapporto.
Visto infatti che chi inizia un rapporto di lavoro ha appena incassato la liquidazione del vecchio, e' possibile ed auspicabile dedicare la prima mensilità del nuovo al sociale. Proponiamo dunque che il TIR (nella misura dello stipendio del primo mese del nuovo lavoro) venga devoluto ad una speciale cassa per lo sviluppo del mezzogiorno.
TV A COLORI
LA TV a colori e' un assurdo del consumismo. bene aveva visto l'allora Democrazia Cristiana quando nel 1972 blocco le appena iniziate trasmissioni a colori a favore del Bianco e Nero.
PRoponiamo dunque di ripristinare la tassa sulle tv in b-n in misura pari a quella attuale per quelle a colori, ed incrementare quella di quelle a colori (inclusi ovviamente i "tv-fonini") del 100%.
Inoltre chi possiede un inutile tv ad alta definizione (HD READY) dovrà portarlo presso il Comune di residenza, dove verrà destinato ad utilizzi socialmente utili.
SUG
Dopo la tassa sugli Sport Utility Vehicles, proponiamo la tassa sugli Sport Utliity Glasses. E' chiaro che portare occhiali da sole iper costosi sia un vezzo esacrabile che va combattuto. Imposta statale nella misura di euro 10 fissi su tutti gli occhiali da sole (ad esclusione di quelli con montatura nera pesante alla "Giangiacomo Feltrinelli".
Vacanze Esotiche
I Soldi vanno riciclati (ops! Re-investiti) nella nostra PATRIA. Sono pertanto tassate le vacanze all'estero (con esclusione dei tours culturali nella repubblica popolare di cuba, purche' in località non balneari) nella misura del complenento a 500 euro per gli scaglioni di reddito tra i 10.000 e i 20.000 euro, e del complenento a 15.000 euro per tutti gli altri scaglioni.
KW
E' istutiuto un iper-bollo sui gommoni: 100 euro per ogni Kilowatt di potenza. E' fatto esplicito divieto ai Comuni di pubblicare in qualunque forma tabelle di convesione tra i cavalli (cv) ed i Kilowatt (kw).
Illuminazione domestica
Tutti coloro che hanno richiesto all'ENEL un contatore di potenza superiore ai 3Kw sono tassati con euro 100 per ogni Joule eccedente la media ponderata dei consumi della famiglie residenti in area Nielsen 2. E' vietato consultare la wikipedia per cercare correlazione tra Joule, Watt e i "chilovattora".
(Cris Marabotto - segue)
Wednesday, October 04, 2006
SUViet Supremo

Arriva il superbollo sui SUV - insomma sulle 4x4. Ora, la cosa non ci tocca direttamente, visto che la nostra auto e' un "trazione posteriore". Ma ci tocca e ci offende la logica MORALISTA che sta dietro a questa tassa. Ecco perche' abbiamo deciso di riportare qui alcune dichiarazioni di Marco Taradash, fondatore dei "riformatori liberali" ma sopratutto del movimento di protesta dei SUVIET.
E diciamo di piu': noi che abbiamo votato la sinistra (ma avremo fatto bene ? Mah!) siamo ora tentati di affittarne uno, di SUV, solo per partecipare alla manifestazione dei burini, a Roma. Si, noi burino contro loro, acculturati moralisti.
Cris Marabotto, 4 ottobre 2006
Il superbollo anti suv è una semplice persecuzione di una categoria di cittadini in base ad un pregiudizio ideologico e cretino».
Il suv inquina.
«Inquina come qualunque automobile in rapporto alla sua cilindrata e alle sue caratteristiche. Perché una Porsche non inquina? E una Ferrari?Allora la logica sarebbe stata tassare tutte le auto di una certa cilindrata, o non so, tutto ciò che produce una certa quantità di emissioni. Qui invece la logica
è tutt'altra».
È che il suv ingombra, soprattutto nei centri storici, dove non è che serva a molto il 4x4.
«E che c'entra? Allora tassiamo tutte le auto più lunghe di quattro metri. Trovate una logica che vale per tutti e allora io ci sto. Ma così no, perché la verità è un'altra: quello che veramente si vuole è punire il proprietario del suv per quella che rappresenta».
Una categoria sociologica?
«Chiaro. Per la sinistra il proprietario del suv è uno che ha fatto i soldi ed è un po' burino. Peggio, è uno il cui padre faceva 1'operaio, e poi lui, ai primi soldi, ha tradito la classe lavoratrice e si è fatto il macchinone. È uno da rieducare per aver abbandonato il proletariato. Il superbollo è il gulag della trazione integrale. Il suo proprietario va rieducato culturalmente. E contro quest'idiozia che protestiamo».
Friday, September 22, 2006
Paghi uno, prendi due...ma l'altro per chi non puo'

Conoscete il progetto One Laptop per Child ?
Praticamente si tratta di un (vero) computer alimentato a manovella, acquisibile a soli 140 dollari da chi abita nelle aree piu' povere del pianeta.
Ora il suo creatore Nicolas Negropone ha avuto un'idea: visto che per molti poveri anche 140 dollari sono troppi, possiamo noi tutti regalarne uno ad un bambino povero. Come ? Comprandone due
al modestissimo prezzo di 450 dollari (su ebay). Solo che, di questi due, uno non andrà a voi: andra' a chi non puo comprarlo.
Una bellissima idea, che vi invitiamo a prendere in considerazione.
Cris Marabotto, 22 settembre 2006
Saturday, September 16, 2006
Palestra Deducibile ?

Non ci crediamo - e infatti temiamo non succederà "per davvero". Ma il ministro Melandri ha fatto una proposta che - noi che crediamo nel Fitness Metabolico - non possiamo non apprezzare: la deducibilità fiscale del costo dell'iscrizione in palestra. Leggete qui, tratto dal Corriere della Sera del 16 settembre 2006: Per il titolare dello Sport potrebbe essere un atto concreto contro l'obesità «Deduzione fiscale per spese della palestra» Il ministro dello Sport Melandri: dedurre dalle tasse i soldi per l'iscrizione e la frequenza di palestre e associazioni sportive | S |
Poi arriva la proposta che farà discutere. «Non dimentichiamo, inoltre, che l'obesità rappresenta un pesante aggravio sulla spesa pubblica. Ecco perchè sono convinta che occorre esplorare ogni strumento utile a contrastare questo fenomeno. Si potrebbe, ad esempio, ipotizzare la deduzione - al pari delle spese mediche - anche per le spese destinate all'iscrizione e alla frequenza delle palestre e delle associazioni sportive. Spese necessarie per la tutela della salute, la prevenzione delle malattie e la realizzazione di risparmi nel bilancio dello Stato».
Thursday, September 14, 2006
Non passa lo straniero!
Quando nel 2000 il governo Amato lancio' la "gara UMTS" lo fece copiando rapidissimamente quanto successo in UK, ma NON in tutta europa: facendo una gara costosissima per tiare su soldi.
In altre nazioni usarono altri criteri (un era il "beauty contest") basate sulla bonta del business plan.
Gli operatori italiani erano: Omnitel (gruppo ex-olivetti), Wind (Enel), Tim e Blu (mediaset e altri). Quattro italiani.
Per poter operare hanno dovuto sborsare circa seimila miliardi di lire ciascuno, solo per la licenza. Blu ha chiuso dopo poco tempo, Omnitel l'ha comprata Vodafone, Wind un egiziano.
Chi e' dunque che ha messo un ingiustificato balzello su aziende italiane, costringendole a vendersi a gruppi stranieri ? Forse chi si scandalizza per "un altro pezzo di italia che va agli stranieri".
A proposito: come hanno utilizzato i diciottomilamiliardi di lire ?
Cris Marabotto, 14 settembre 2006
Monday, September 11, 2006
La Sacra Alleanza

Oggi si commemora il "nine-eleven", l'Undici Settembre.
Erano 3000, erano 4000 i morti ? Non ci ricordiamo.
Certo era un attacco preventivo (quello).
Per commemorare l'occasione, dalla sua germania, Ratzinger parla della
pulsante presenza del sacro in altre culture, «anche se velata in molte maniere», e un occidente marcato da un «drastico illuminismo e laicismo»
(preso dall'articolo del Corriere on line di oggi)
Analogamente, Youssef Qaradawi, il leader spirituale dei Fratelli Musulmani in Europa, il 3 febbraio 2006, disse: «Questi danesi e i loro simili non sono né cristiani, né Gente del Libro. La gran parte di loro è senza Dio. La loro religione è rincorrere i piaceri sensuali e fare una vita peccaminosa, a partire dal vizio dell'omosessualità».
Le Grandi Religioni Monoteiste concordano: il problema alla base del tutto e' la società libera occidentale (illuminista e laicista).
Non la difendiamo, ma rispondiamo con le parole di un musulmano laico, Magdi Allam:
A maggior ragione mi inquieta il fatto che i predicatori d'odio islamici possano individuare nella condanna del Papa una qualsivoglia giustificazione alla loro strategia della violenza, che colpisce indiscriminatamente tutti e di cui gli stessi musulmani sono le principali vittime. Mentre il Papa, giustamente, è intento a recuperare nell'ovile del cristianesimo le proprie «pecorelle smarrite», nel rispetto della libertà di coscienza dei singoli, gli estremisti islamici, che hanno già istituito delle solide roccaforti in Occidente, mirano a sottomettere al loro arbitrio tutti noi, cristiani, musulmani, ebrei o di altra fede e ideologia, volenti o nolenti. Questo è l'insegnamento principale che dovremmo tener presente oggi, nel quinto anniversario dell'11 settembre.
Sunday, September 03, 2006
Questione di Stile

Li Ka-shing è uno degli uomini più ricchi della terra (ma non uno dei piu' noti).
E' presidente della Hutchinson Whampoa Limited e del Cheung Kong Holdings Ltd, con aziende operanti in 54 nazioni e circa 230.000 ("duecentotrentamila") dipendenti. La "market cap" delle aziende nella sola borsa di Hing Kong e' di 727 miliardi di dollari HK (circa 73 miliardi di Euro, pari a circa centoquarantamilamiliardi di lire). In italia potrebbe essere famoso se si sapesse che è il proprietario di "Tre".
Bene, mercoledi' Li è venuto a Roma per incontrare Romano P.
Uscendo dall'auto ci saremmo aspettati, come fanno tutti - ministri, sottosegretari, portavoce, calciatori, veline ecc. - uno sbuffo di fastidio per i giornalisti che lo attorniavano, una veloce fuga verso il portone, ed al massimo una breve dichiarazione trafelata.
Niente di tutto questo.
Mr. Li si e' fermato, ha risposto con cortesia asiatica e con il sorriso ai giornalisti italiani (che in tre sono riusciti a fare una sola domanda intelligente "E' vero un suo interessamento a Wind?", e ripetere invece la stessa stupida domanda tre volte "E' soddisfatto dell'italia?").
Alla fine, anziche' andarsene bruscamente, con un sorriso ha detto "I'm sorry, I have to go now, I have an appointment for lunch" (scusate, ora devo andare, ho un appuntamento per pranzo).
Una lezione di stile per tutti noi. Grazie.
Cris Marabotto, 2 settembre 2006
Thursday, August 10, 2006
Siete Troppo Cari!
"Pero’, siete un po cari, quasi 58 euro al mese per l'abbonamento "open", comprensivo di palestra, piscina, aquagym, corsi, terme, solarium, quando la palestra (......) ne costa 39! Certo, non c'e' la piscina, neanche l'aria condizionata, chiude alle 22 anziche' le 23.30, un solo istruttore alla sera, ma diamine! 58 euro!"
"Siamo in tre, ci fai lo sconto vero ? Daaaaai! "
Un vecchio e scontato adagio recita:”quando c’e’ la salute c’e’ tutto”.
Eppure, per molti, questi 57,6 euro (1,92 al giorno) sono troppi.
No, diciamo noi. Sul benessere e la salute non si risparmia.
E poi, se guardassimo solo al risparmio, faremmo acquisti solo agli Hard Discount, useremmo profumi “no brand”venduti sulle bancarelle, indosseremmo l’orologio di plastica allegato al rotocalco, useremmo solo bigiotteria, viaggeremmo in skoda, andremmo in vacanza al campeggio di Acquatica (tangenziale ovest).
Non e’ cosi?
Allora pensiamoci su. Forse i soldi spesi per scegliere un centro fitness che punta sulla qualità - ma sopratutto i soldi spesi per il proprio benessere personale, sono i soldi spesi meglio.
E poi, infondo, a differenza é solo 18 euro...
Cris Marabotto, 10 Agosto 2006
Sunday, August 06, 2006
Lo Stato Canaglia.
Semafori attraversati con il rosso (anche se voi non lo fate mai--infatti dicono che spesso "vale" anche il giallo), eccessi di velocita' eccetera.
Si, da qualche anno siamo molto spiati e multati: si potrebbe pensare "nel nostro interesse" (per maggior sicurezza di tutti, eccetera).
Invece no. e lo abbiamo capito leggendo un articolo del Times che riportiamo in calce.
Infatti le "multe" italiane sono cosi' concepite: un importo importante con decurtazione di punti. Se non si paga entro tot giorni l'importo cresce. E se non si dichiara chi e' alla guida l'importo cresce a dismisura.
Le multe, cosi come "gli ausiliari del traffico" di Milano (bel termine ipocrita!) servono a fare cassa, non ad aumentare la sicurezza.
Nelle civili nazioni anglosassoni, invece, puo' accadere che un vigile ti fermi, ti faccia contravvenzione, ma questa non implichi un costo' perche' - essendo la prima volta che la commettete - e' solo un "warning".
Oppure, come si vede dall'articolo qui sotto, che si rinunci a dare multe, ma si provveda a mettere un cartello illuminato che addita a tutti la targa del conducente indisciplinato.
Infatti per gli inglesi l'obiettivo e' far ridurre la velocità, non fare cassa (tirar su soldi). E se la multa, come dicono nella parte finale dell'articolo che abbiamo evidenziato in rosso, non e' efficace allo scopo, meglio cambiare strategia.
Uno (il nostro), e' uno stato canaglia, che con la scusa di proteggerci cerca di prenderci tutti gli euro possibili. L'altro (gli altri: inghilterra, usa, canada eccetera), stati che cercano di far rispettare le regole nell'interesse di tutti.
Cris Marabotto, 6 agosto 2006
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Friday, July 21, 2006
Trova l'anima gemella
E’ estate e molti vorranno sfruttare i possibili nuovi incontri fatti in vacanza per cercare l’anima gemella.
Abbiamo dunque deciso di aiutarvi, spiegandovi come selezionarla in modo scientificamente corretto.
Per semplificare l’argomento, facciamo alcune supposizioni. Supponiamo che la donna media incontri in un determinato momento della sua vita quattro potenziali coniugi. Presumiamo poi che se fosse in grado di incontrare ed esaminare tutte le prede, la nostra cacciatrice potrebbe classificarle dalla meno adatta (indicata con 1) alla piu’ adatta (indicata con 4), senza ex-aequo.
Normalmente il destino non concede di incontrare quattro potenziali partner tutti insieme, e l’etichetta sociale unita alla decenza comune proibisce di tornare ad un candidato precedentemente rifiutato.
Dunque, la vita fa fare una serie di incontri in ordine casuale: per i quattro potenziali coniugi ci sono le seguenti permutazioni dell’ordine degli incontri, equiprobabili:
| 1234 | 2134 | 3124 | 4123 |
| 1243 | 2143 | 3142 | 4132 |
| 1324 | 2314 | 3214 | 4213 |
| 1342 | 2341 | 3241 | 4231 |
| 1423 | 2413 | 3412 | 4312 |
| 1432 | 2431 | 3421 | 4321 |
Ovviamente le permutazioni sono 4! = 24
La sequenza 3142, ad esempio, significa che la nostra donna ha incontrato per primo il secondo miglior candidato, per secondo il peggiore, per terzo il migliore e per ultimo il secondo peggiore.
Aver aspettato l’anima gemella sperando poi di trovarla al quarto uomo non ha in questo caso prodotto il risultato sperato. Anzi, una ricerca troppo prolungata potrebbe di fatto ridurne le possiblità! Che fare? Bisogna proma di tutto comprendere che esiste una strategia generale per affrontare questo tipo di problemi. Se le potenziali prede sono 4, occorre decidere innanzitutto un numero k tra 1 e 4. Dopo aver incontrato ed esaminato attentamente k-1 possiblii coniugi, e’ necessario scegliere il primo che risulti migliore rispetto a quelli già testati., La strategiagenerale non dice tuttavia quale valore attribuire a k. Per decidere occorre stabilire quale k da la probabilità piu’ alta di scegliere il candidato migliore (quello indicato con 4). Ad esempio, per k=1 (k-1=0) il promo potenziale coniuge finisce per essere scelto. Per selezionare il piu’ adatto, il cacciatore fa affidamento sulle sei permutazioni nella serie di incontri in cui il 4 appare per primo (4321, 4312, … 4123).
La probabilità che si presenti una di queste situazioni e’ una su quattro, ovvero il 25 %.. La stessa cosa vale per K=4 (k-1=3).
Per K=3 (k-1=2) si incontrano due potenziali partner e si sceglie poi il primo dei successivi che è piu’ adatto rispetto ai due precedenti. Le permutazioni che producono il risultato migliore sono in questo caso: 3124, 2341, 2143, 1342, 1324 e 1243. Se ad esempio l’ordine degli incontri fosse 3241, la cacciatrice vedrebbe prima i candidati 3 e 2, e poiche’ il numero 4 risulta il piu’ adatto dei tre, quest’ultimo sarebbe l’eletto. Nel caso invece in cui l’ordine fosse 3214, il terzo potenziale partener (1) non sarebbe migliore rispetto ai precedenti, e quindi la ricerca proseguirebbe portando cosi al numero 4. In questo caso (k=3) il numero delle permutazioni e’ 10.
La probabilità di successo e’ dunque 10/24 = 42%.
Infine, per k=2 (k-1=1) la cacciatrice scegile il primo candidato migliore rispetto all’unico precedentemente frequentato. Le permutazioni che risultano sono le seguenti: 3421, 3412, 3241, 3214, 3142, 3124, 2431, 2413, 2143, 1432 e 1423. Nel caso ad es che l’ordine fosse 3412 il secondo potenziale partner sarebbe gia’ più adatto del primo e verrebbe cosi’ scelto. Ma d’altro canto, se l’ordine fosse 3214 la seconda e la terza preda non sarebbero migliori della prima e verrebbero quindi rifiutate. In questo caso la cacciatrice dovrebbe quindi aspettare l’ultimo potenziale partner. Per k=2 la probabilità di ottenere il risultato desiderato e’ pari a 11/24, ovvero 46% !
Questa è dunque la strategia migliore da adottare. Per la cronaca, vi diamo il K ideale nel caso vogliate frequentare un numero diverso di prede, esattamente:
Se volete provare 5, 6 7 o 8 partner, usate k=3
Se volete provare (…provarci) con 9 o 10 partner, usate k=4.
Ora che avete la formula siamo sicuri che ritornerete dalle vacanze più felici e noi – chissà – avremo un cliente in più (e ricordate il programma “porta un amico”!)
Saturday, July 01, 2006
Contronatura
Per farci perdonare, dalla rivista AMICA, eccovi una serie di credenze maschili da sfatare. L'articolo e' intitolato "Perche' Scopare e' Contronatura"
Cris Marabotto, 1 luglio 2006
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1 - CAMBIARE CONTINUAMENTE POSIZIONE È ECCITANTE.
«Ti storcono le gambe come un pollo da squartare, ti piazzano sul bordo del letto in bilico, ti piegano in quattro. Oh, il sesso non è una lezione di yoga! Eppoi la mia fantasia si mette in movimento solo se sto comoda», si lamenta una pigra amante della missionaria.
2 - UN PO' DI VIOLENZA ALLE DONNE PIACE.
Movimenti a stantuffo, un su e giù micidiale, come fossero in palestra a fare flessioni, per mostrare virilità e forza. Vabbè che l'atavico senso del possesso può essere stimolante, ma l'effetto per molte è assai doloroso. Rientra in questa categoria anche il sesso anale non eseguito con le dovute precauzioni.
3- LE TETTE GROSSE SONO PIÙ RESISTENTI DI QUELLE COMUNI.
«II mio leitmotiv con tutti gli uomini è "fai piano". Siccome ce le ho grosse ci si buttano sopra come su una torta di compleanno. Me le strizzano, me le strapazzano come se mungessero», racconta una quarantenne; «può ancora andar bene quando sono eccitata, altrimenti è solo un gran fastidio». Stessa cosa per quelle piatte che i maschi pensano siano uguali alle loro e quindi meno sensibili. «Te le strizzano, te le squizzano come tubetti di dentifricio. Le ghiandole, invece, sono più esposte e fanno male», sostiene una che ha la prima misura.
4 - I PRELIMINARI PIÙ LUNGHI SONO MEGLIO È.
Per anni le donne hanno combattuto perché non venissero trascurati. A furia di sentirselo ripetere molti maschi si sono adeguati, e a volte esagerano. «Un tizio, pensando di attizzarmi, mi dava delle carezzine democratiche. Dopo mezz'ora di questa solfa gli ho detto: “Senti, caro, dormiamo”», racconta una che sostiene che l'anticamera del sesso dovrebbe durare al massimo un quarto d'ora. Ci sono, invece, quelli che si offrono di fare un massaggio, ma poi si stancano subito.
5 - IL CUNNILINGUS PIACE A TUTTE.
È vero, ma deve essere eseguito con tutti i sacri crismi. «Io dopo un po' mi rompo se lui non riesce a seguire le direttive», dice un'intervistata. Un'altra: «Quando è troppo prolungato mi dà fastidio, mi sembra un esercizio di stile». Poi ci sono i baffi ruvidi, le barbette ispide, le barbe incolte col risultato che il giorno dopo devi passarti la crema lenitiva. Un'altra invita i maschi desiderosi di cimentarsi in questa pratica ad approfondire la faccenda: «Qualche nozione di anatomia in più li aiuterebbe».
6 - I PIEDI SONO ZONE EROGENE.
«Ho avuto uno che si intestardiva a succhiare il mio alluce nella fase preliminare. Lasciavo fare per un po' per non offenderlo, poi lo spostavo su altre parti», racconta una intervistata. Altri li accarezzano ma se il tocco non è giusto fa più solletico che altro. Inoltre le zone erogene cambiano da donna a donna.
7 - UNA PRATICA CHE FUNZIONA UNA VOLTA, FUNZIONA SEMPRE.
Non è detto. «Se capisco che lui fa qualcosa che dà per scontato o in modo meccanico mi annoio. Ogni volta deve sorprendermi o capire i miei desideri in quel momento», sostiene una trentenne esigente.
8 - LE MISURE CONTANO.
I fenomeni della natura, le grandi misure lasciano un segno nella vita di una donna, da dimenticare. I maschi complessati che pensano di non essere all'altezza tengano presente che "in medio stat virtus", secondo la maggioranza delle donne.
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Queste, invece, le teorie femminili sul piacere maschile, anche se secondo gli intervistati (bontà loro) le donne si applicano di più per cancellare i file inutili e aggiornarsi in base ai gusti del nuovo partner.
1 - FARE LE SUPERECCITATE.
Scopiazzare da film porno perché si pensa che gli uomini si attizzino, afferrare energicamente le parti intime, graffiare le natiche, morderle in modo esagerato, condurre il gioco. «Sembra che interpretino una parte», dice un intervistato che aggiunge: «E poi a noi piace che propongano, non che impongano».
2 - LE PLURIORGASMICHE PIACCIONO.
È una qualità apprezzata ma fino a un certo punto. «Mi emoziona molto venire insieme con la partner. Ed è anche bello riuscire a trattenersi mentre si gioca. Una tizia mi ha detto una volta: "Quand'è che vieni? Io sono venuta già dieci volte". Mi sono subito ammosciato», spiega un quarantenne un po' tantrico.
3 - GLI UOMINI VOGLIONO SOPRATTUTTO LA FELLATIO.
Vero nel 95% dei casi, ma molti maschi si lamentano del modo o delle intenzioni. «Spesso ti viene il dubbio che non lo facciano perché lo desiderano. Poi ci sono quelle che non stanno attente ai denti, oppure si ostinano a baciarlo nel punto sbagliato». Idem con il tocco. «Prenderlo, agitarlo forsennatamente come se si trattasse del cambio della macchina proprio no».
Wednesday, June 28, 2006
Non avevamo proprio capito
Non avevamo proprio capito!Siamo stati lungamente incerti su come votare al referendum "costituzionale". Istintivamente eravamo per il no: i costi dell decentramento sono sempre elevatissimi, e questa storia della "devolution-e" senz'altro avrebbe incrementato ancor di piu' le spese "pubbliche".
Quando pero' abbiamo visto che a capo del comitato per il no c'erano dei novantenni capitanati nientemeno che da Oscar Luigi Scalfaro, immediatamente ci siamo sentiti attratti dal si: non se ne puo' piu' del conservatorismo degli italiani (e a questo proposito vi invito a leggere il bellissimo articolo del mio amico Giuliano che segue questo post).
Alla fine abbiamo votato SI e (ovviamente) abbiamo perso (coi referendum ci siamo piu' che abituati!). Ma non avevamo capito niente: il fronte del SI era capitanato dall'Ulivo, e per il no si batteva lo schieramento guidata dall'ex Sua Emittenza. Lo abbiamo capito solo oggi, guardando i manifesti affissi per Como, come quello riportato in fotografia.
Cris Marabotto, 28 giugno, 2006
Le riforme non s'anno da fare
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L’andazzo conviene a tutti,
e da sessant’anni in Italia
le riforme sono impossibili
Perché la disfatta
L’Italia nel tempo è cambiata eccome,
con le partecipazioni statali, con la Cinquecento
e le autostrade, con la partecipazione
all’euroburocrazia di Bruxelles e la
mezza riforma agraria, con il guizzo modernizzatore
del divorzio e dell’aborto, poi con
l’importazione cauta e parziale delle filosofie
di mercato, con le legnate agli operai
della Fiat, con l’inflazione, con la scala mobile
giocata infine alla roulette di un referendum,
con la tv a colori, con la tv commerciale
e il nuovo business della pubblicità,
con la delegittimazione violenta della
classe dirigente che aveva fatto la Costituzione
in seguito alla caduta del muro di
Berlino, con l’alternanza determinata dalla
nuova legge elettorale; l’Italia è cambiata
ed è andata avanti con opportuni calci di
rigore al novantatreesimo
minuto grazie a uno dei
tanti sistemi-Moggi in giro
per il mondo, ma non
è mai prevalso da noi un
disegno organico intorno
al quale si costituisse
una classe dirigente,
i poteri sono
sempre rimasti smagliati
e ridondanti, dispersi
tra il fascino fragile
dei soldi e quello della professione
politica, con la nuova figura del
magistrato ormai stabilmente in sella
una intercettazione dietro l’altra.
Le mani sulla soubrette siamo
in grado di metterle, ma giù
le mani dalla Costituzione del
’48, questa vecchia attrice gloriosa,
questa Francesca Bertini che piange
e ride tra i tendaggi del salotto buono di casa.
Una riforma politica a progetto, seria e
consapevole, non l’abbiamo in sostanza mai
vista, e appena qualcuno si è messo a fare
lo statista, abile e tenace nel gioco dei partiti
o populista e forte nell’immagine, il sistema
se lo è mangiucchiato dopo epiche
resistenze. Antonio Gramsci non era certo
uno stupido e ci aveva avvertito, qui da noi
si accettano solo rivoluzioni passive, egemonie
costruite nel tempo e risultanti da
effetti speciali che nascono e muoiono nella
società senza toccare la forma dello stato,
il senso della politica, la libertà e la responsabilità
dei cittadini, che in quanto tali
non esistono, sono un agglomerato informale
alla permanente ricerca di una buona
protezione, un vulgo disperso che nome
non ha (tutti, noi compresi).
Voto inintelligente, ma molto furbo
Una disfatta di queste proporzioni non
era prevedibile, da un quarto di secolo
chiunque si è convinto che il premier deve
avere poteri effettivi e non essere costretto
a lavorare come un re travicello al servizio
di lobby e partiti, che la navetta delle leggi
tra Camera e Senato è una perdita di tempo,
di soldi, di efficienza e di senso del governo
della cosa pubblica, che il numero dei parlamentari
è incommensurabilmente più alto
del necessario, che il Quirinale è un palcoscenico
ambiguo sul quale possono essere
interpretati troppi e disinvolti ruoli in
commedia, che alla fine poteri veri e responsabilità
vere bisogna decentrarli, compreso
il fisco. Posti di fronte a un bivio, quasi
per caso, dopo una non entusiasmante cavalcata
riformatrice cominciata in una baita
di montagna, coi calzoni alla zuava e sotto la
spinta pugnace ma rozza dei leghisti, abbiamo
risposto a valanga che volevamo continuare
per la stessa strada di sempre. Infatti,
conviene. E questa è l’unica persuasiva spiegazione
della disfatta. Il “paese senza” di Alberto
Arbasino, ovvero la società senza stato,
non ha alcun interesse a rimodulare le
istituzioni, ad affermare un ruolo di comando
del vertice repubblicano. Anche il mitico
Nord si è autoilluso e autodeluso, non ha la
forza, l’intelligenza e la cultura per opporre
qualcosa di significativo alle Dandini, agli
Scalfaro e ad altri showmen dello swing conservatore
che va per la maggiore da sessant'anni
Saturday, June 17, 2006
L'Italia ce la puo' fare
Nel nostro piccolo lo abbiamo già fatto personalmente, cosi' come hanno aderito Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, Chicco Testa, Francesco Giavazzi ed altri .
Per aderire e' sufficiente cliccare...qui: http://www.radicali.it/appello_outsider/form.php
Cris Marabotto, 17 giugno 2006
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riforme strutturali, concorrenza e liberalizzazioni, 7 giorni per aprire un’impresa, il nodo dei salari più bassi d’Europa
L’Italia ce la può fare. E’ ancora possibile invertire la rotta sia rispetto ai segni concreti di declino, sia rispetto alla retorica del "declino inevitabile". La crisi italiana è vera e profonda, ma troppo spesso è descritta come ineluttabile ed irreversibile. Non è così.
Certo, occorre voltare pagina. Un sistema dei partiti vecchio, eppure ancora troppo potente e costoso, inchioda il paese e la politica italiana a risse di fazioni, a scontri di tifoserie: e da oltre un decennio, a maggioranze troppo timide rispetto alle grandi urgenze di cambiamento, si contrappongono opposizioni dedite a tentare di scalzare e demonizzare i Governi, ma incapaci di sfidarli sul terreno di solide controproposte di riforma. Così, si moltiplicano le occasioni e i fenomeni di sterile conflittualità, che fanno il gioco delle componenti più illiberali e conservatrici dei due schieramenti, così come delle mille lobby impegnate a proteggere i propri privilegi, mentre si impediscono quei confronti che nutrono le democrazie, rendono più saldo il tessuto civile e aiutano il prevalere, dentro e fuori i Poli maggiori, delle forze liberali e riformatrici.
Per questo, occorre una terapia d’urto, e bisogna ripartire da un’attenzione nuova alla questione sociale del nostro tempo. Servono non maggiori protezioni ma una più concreta offerta di chances al popolo dei "non garantiti": occorre un vero e proprio "statuto degli outsider", di quanti (consumatori, giovani, imprenditori del rischio e dell’innovazione, donne, lavoratori del privato, disoccupati, sottoccupati, pensionati sociali e al minimo, immigrati) sono e restano fuori dal fortino delle garanzie e dei privilegi. Questa Italia degli "outsider", dei "non garantiti", di fatto priva di tutele, è oggi senza volto e senza voce, silenziata prima ancora che silenziosa.
Condizione preliminare, senza dubbio, è rappresentata dal risanamento dei conti pubblici. Esprimiamo per questo fiducia e sostegno nell’opera del Ministro dell’Economia. Ma, nello stesso tempo, riteniamo che vi siano altre tre priorità da incardinare ed affrontare.
1. L’economia italiana non ripartirà finché non verrà liberata dai mille vincoli che bloccano la concorrenza e consentono l’accumularsi di rendite pagate dagli outsider. Occorre imboccare con decisione la via delle liberalizzazioni: questa deve essere la priorità della politica economica. In questo senso, proponiamo alcune concrete e urgenti possibilità di intervento, che dovrebbero accompagnarsi ad un rinnovato sforzo e a significativi investimenti delle imprese (sostenute, in questo, da una decisa iniziativa politica a livello nazionale e locale) nell’innovazione di processo e di prodotto, anche come condizione per un’effettiva capacità di attrarre nuove risorse e di competere su scala internazionale.
a. La competizione e la liberalizzazione nel settore dei servizi di pubblica utilità, anche a livello locale, in una corretta suddivisione dei ruoli tra pubblico e privato, è una priorità assoluta per il paese. Come ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, la concorrenza è per definizione un agente di giustizia sociale: e il superamento delle rendite monopolistiche e oligopolistiche, con relativa riduzione dei costi dei servizi, è un fattore fondamentale di miglioramento delle condizioni di vita in primo luogo delle fasce più povere della popolazione.
b. Servono azioni concrete in termini di "riforme senza spesa": ad esempio, il superamento degli ordini professionali (per contribuire a riaprire una società chiusa, segnata dal peso di lobby e corporazioni), e l’abolizione del valore legale del titolo di studio universitario (per garantire uno shock nel segno della competizione positiva, dell'invito ai giovani a scommettere su di sé più che sul possesso di un pezzo di carta).
c. Occorre ridurre a 7 giorni al massimo il tempo necessario all’apertura di una nuova impresa, comprimendo tempi e caratteristiche degli adempimenti amministrativi, o comunque generalizzando criteri di silenzio-assenso e di autocertificazione: intanto, l’impresa apra e proceda, e poi provveda al completamento dell’iter burocratico.
2. Non è possibile rinviare ancora l’apertura del dibattito sulle riforme strutturali, in Italia ferme da troppo tempo, e sempre differite e rinviate. E’ necessario che da subito, e comunque nella prima parte della legislatura, si ponga mano alla questione della sanità, del pubblico impiego e delle pensioni, a partire dall’innalzamento dell’età media effettiva di pensionamento, in una nuova alleanza tra padri e figli, e con atti di generosità dei primi nei confronti dei secondi. Ma attenzione, i tagli da soli non servono. Interventi finanziari non accompagnati da un cambiamento delle regole sono effimeri: occorre cambiare le regole che sono alla base della crescita della spesa pubblica.
3. In termini di mercato del lavoro, occorre ripartire dal Libro Bianco di Marco Biagi. Certo, non possono essere solo i lavoratori a correre i rischi della flessibilità: ma sbarazzarsi della Legge 30 sarebbe un grave errore. Va invece riequilibrata e completata, e proprio nella direzione del Rapporto Biagi, e quindi riscrivendo il sistema degli ammortizzatori sociali, che in questo paese hanno finito spesso per tutelare troppo pochi (su 100 persone che perdono il lavoro, in Italia, solo 17 hanno una qualche forma di tutela). Ecco perché bisognerebbe -invece- pensare al modello inglese, con un sussidio di disoccupazione, e un meccanismo di "welfare to work". Contestualmente, occorre affrontare il nodo dei salari italiani, tuttora tra i più bassi d’Europa. E’ necessario e possibile detassare per cinque anni gli aumenti salariali, e prevedere una riforma dei contratti che leghi la parte variabile dei salari ai risultati raggiunti e alla produttività. I sacrifici non possono essere sostenuti da una sola parte.
Occorre più coraggio. E una coraggiosa politica di riforme e di modernizzazione avrebbe la doppia caratteristica di rimettere il paese in movimento e -insieme- di aiutare i più deboli.
Ha detto Tony Blair: "Ogni volta che ho introdotto una riforma, mi sono pentito solo di non essermi spinto ancora più avanti". Invitiamo Governo, Parlamento, forze politiche e sociali a tenere questa citazione come monito e come bussola.
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appello promosso da Daniele Capezzone
(Presidente della Commissione Attività produttive della Camera)
questi i nomi di alcuni tra i primi firmatari:
- Alberto Alesina, Economia, Harvard University
- Giuliano Da Empoli, Direttore di "Zero"
- Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes
- Natale Forlani, Amministratore Delegato di "Italia Lavoro"
- Oscar Giannino, Vicedirettore di "Finanza e Mercati"
- Francesco Giavazzi, Economia, Università Bocconi di Milano
- Massimo Lo Cicero, Economia dello sviluppo, Università di Roma La Sapienza
- Pio Marconi, Sociologia del diritto, Università di Roma La Sapienza
- Alberto Mingardi, Direttore generale Istituto Bruno Leoni
- Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, Economia, Università di Roma La Sapienza
- Fabio Pammolli, Direttore di "Istituzioni Mercati Tecnologie"
- Gaetano Romano, Presidente Associazione Nazionale Praticanti e Avvocati
- Florindo Rubbettino, Editore
- Luca Solari, Direttore del Centro di ricerca interdipartimentale Work, Training & Welfare, Università degli Studi di Milano
- Carlo Stagnaro, Direttore dipartimento "Ecologia di mercato" Istituto Bruno Leoni
- Secondo Tarditi, Economia, Università di Siena
- Chicco Testa, già Presidente dell’Enel
Sunday, June 11, 2006
L'Allergia a Zapatero
Cris Marabotto, 11 giugno 2006
L'allergia italiana a Zapatero di B.Spinelli
SE c’è un nome che in Italia quasi non puoi pronunciare, senza sentirti come appesantito da ridicolo cappotto, è il nome di Luis Rodríguez Zapatero. È una sorta di allergia radicale, accanita, che in nessun paese europeo ha l'accaldata intensità italiana e su cui vale dunque la pena meditare. Zapaterista è diventato epiteto insultante, che macchia il destinatario indelebilmente. Zapaterismo è sinonimo di stile politico ignobile: più ignobile ancora d'una dottrina, un'ortodossia. Nel pantheon dei personaggi negativi, il premier spagnolo figura accanto a tipi poco raccomandabili che non gli somigliano punto: Che Guevara, Castro. Deriva zapaterista è stereotipo che potrebbe benissimo comparire nel Dizionario dei Luoghi Comuni di Flaubert: evoca gli impaurenti cosacchi a San Pietro, ha osservato con appropriata ironia Mario Pirani (Repubblica, 13-3-06). Più che un'allergia è una passione, quella che s'abbatte sul successore di Aznar. Per questo urge indagarne l'interna molla, l'irrazionalità, la genealogia: non solo per capire meglio la Spagna, ma per capire un po' meglio noi stessi e la nostra idea della democrazia minacciata.
Tre eventi hanno indisposto un gran numero di politici e intellettuali italiani, dando corpo allo stereotipo che ci impacchetta e ci incarta: la vittoria elettorale del leader spagnolo, successiva all'attentato dell'11 marzo 2004; la decisione - subito dopo - di ritirare le truppe dall'Iraq; la determinazione con cui Madrid resiste a clero e Vaticano in materia di diritti civili. Zapatero è divenuto simbolo del cedimento al terrorismo, del Tutti a Casa in politica estera, dell'anticlericalismo dogmatico. (...)
Il nuovo consiste nell'estendere i diritti e le libertà di individui o minoranze, accettando l'enorme varietà delle preferenze esistenziali in società rese insicure da disoccupazione, immigrazione, terrorismo. I soldi mancano per politiche sociali magnanime, agire sull'economia è divenuto tremendamente complicato a causa di vincoli e incompatibilità: meglio allora concentrarsi sulle riforme «a costo zero» - riforme civili più che economiche, dice Antonio Gutiérrez che oggi dirige la Commissione economica del Congresso dei deputati - che danno al cittadino la sensazione di essere ascoltato, rispettato anche quando la vita si fa per lui difficile. Zapatero ha fatto molto in questo campo: ha esteso i Pacs accettati da Aznar rendendo legali i matrimoni tra omosessuali, ha sveltito la legge sul divorzio, ha legalizzato 800 mila immigrati clandestini trasformandoli in cittadini con diritti e doveri fiscali, ha introdotto una legge sulla violenza contro le donne. A queste ha aperto uno spazio senza eguali in Occidente (il 50 per cento delle cariche governative). Ha anche fatto riforme che costano, come gli asili nidi e gli aiuti alle persone non autosufficienti per età o malattia (il cosiddetto quarto pilastro dello Stato sociale, essenziale in società che invecchiano, affiancato a educazione, salute, pensioni). Può darsi che le riforme siano state troppo frettolose: «Non si fa tempo a rispondere al contrattacco della destra e della Chiesa, che il governo già ha aperto un nuovo fronte riformatore», obietta Gutiérrez, che però sostiene Zapatero perché le sue sono pur sempre riforme volute da vaste maggioranze di spagnoli.
Precisamente questa novità indispettisce tanti politici e intellettuali italiani, anche a sinistra. Indispettisce lo spazio dato alla società civile e ai diritti, a scapito non solo della centralità dell'economia ma dei poteri partitici (Prodi stesso fu guardato con diffidenza da apparatchik e benpensanti di sinistra quando propose le primarie, fino al momento in cui le vinse alla grande). Indispettisce quella che per Zapatero è etica politica irrinunciabile: «Mantenere la parola data, fare quel che si dice e dire quel che si farà». Indispettisce, più ancora forse del ritiro dall'Iraq e della strategia latino-americana, l'autonomia dalla Chiesa. Resistere al Papa e alle Conferenze episcopali è inconcepibile, oggi in Italia. Tutti in Italia hanno bisogno di ottenere l'imprimatur da una forza esterna, tutti si sentono in qualche modo minorenni e illegittimi - non solo i Ds - e la Chiesa diventa tutore che non si osa contestare. Ogni riformista deve fare da noi concessioni sulla laicità: Zapatero problemi simili non ne ha. È alle correnti conciliari che egli s'appoggia, a teologi come Enrique Miret Magdalena che nel laico argomentare somiglia al nostro Enzo Bianchi. Solo che Miret Magdalena non è ingiuriato quando ricorda che lo Stato e l'Europa sono aconfessionali, e che fin dalla teologia cinquecentesca di Domingo De Soto o padre Molina «la legge civile è fatta per garantire la convivenza tra i cittadini, non per garantire la morale cattolica». In Spagna è pietra di scandalo che il Papa parli di silenzio di Dio a Auschwitz, e appena nove giorni dopo lasci che lo stesso concetto («eclissi di Dio») sia applicato dal Vaticano a unioni di fatto o matrimoni omosessuali. Non da noi.
Indispettisce infine il rapporto di Zapatero con il passato franchista. Il premier inaugura una politica della memoria che prima era assente, e questo accade nel preciso momento in cui in Italia la memoria accende risse, e la resistenza è ridimensionata. Tutte queste mosse irritano perché scombinano tesi apparentemente dissacranti, ma che in fondo hanno generato nuovi allineamenti. Molto è cambiato da noi ma il conformismo delle élite sembra immutato: è antico, tenace, Jean-François Revel lo denunciava già nel '58, nel libro Pour l'Italie. Per conformismo più che per convinzione si plaude oggi al Papa, e a valori europei uniformi. Per conformismo si dice che la sinistra è buona solo se fa politica di destra, e si scorge in Blair l'unico vero modello. Per conformismo si sostiene che l'etica in politica è qualcosa d'incongruo e risibile: gradito solo a girotondini, attori comici e zapateristi. Qualche giorno fa, replicando a un articolo che sospettava Prodi di ritirarsi dall'Iraq senza coscienza morale, D'Alema ha detto parole che in Italia hanno la freschezza delle dichiarazioni inedite: «La coerenza fra gli impegni che si assumono con i cittadini e le cose che si fanno è a mio avviso un aspetto cruciale del rapporto fra etica e politica» (Corriere della Sera, 30-5-06). È proprio questa l'etica di Zapatero, chiamata da noi deriva e a Madrid mantenimento della parola data. Il conformismo italiano mescola cattolicesimo e economicismo marxista. Neppure s'accorge che le sinistre estreme sono oggi marginali in Spagna, grazie alla preminenza di diritti e laicità sulla classica questione sociale.
In realtà Zapatero innova rispetto a Blair, anche se fa proprie molte sue accortezze economiche. Ha meditato la crisi della democrazia, della politica, e la sua terza via non è quella che aderisce al liberismo e al conservatorismo Usa rinunciando all'identità di sinistra. Come si evince nel libro di Calamai e Garzia, altri sono i riferimenti di Zapatero. Fra questi spicca Philip Pettit, lo studioso che ha teorizzato il repubblicanesimo e il socialismo dei cittadini (i suoi libri son pubblicati da Feltrinelli e dall'Università Bocconi). Nella parola socialdemocratico - dice Zapatero - è il democratico che prevale. Pettit propone un'idea di libertà né liberista né socialista: un'idea più esigente della libertà negativa (libertà dall'interferenza); e meno comunitarista della libertà positiva, che persegue fini collettivi o statali in nome di tutti.
Per il repubblicanesimo può non sussistere interferenza ma può esserci dominio, ed è questo dominio - la paura è una delle sue armi - che occorre controbilanciare con leggi che prevengano sul nascere interferenze sia reali sia potenziali, spingendo gli individui a partecipare alla politica e a contare sullo Stato. Fondamentale, in Pettit, è la vigilanza dei cittadini: «l'eterna vigilanza» nei confronti delle autorità, delle istituzioni, delle degenerazioni tiranniche. Per questo è indispensabile il pluralismo dell'informazione e il rifiuto dei monopoli televisivi, in Pettit come in Zapatero. In una delle prime mosse, quest'ultimo ha restituito al servizio pubblico piena autonomia dal potere politico (un po' come chiesto dall'Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai, in una lettera a Prodi del 5 giugno).
Un'altra cosa dice Zapatero, che spiega i pregiudizi italiani nei suoi confronti: «Le persone che meglio sanno esercitare il potere sono quelle che non lo amano». Chi lo ama troppo non ritiene che il mondo vada cambiato per il meglio, usando come alibi i passati errori del socialismo: ciò di cui ha orrore è il rischio, e chi rischia mette sempre in gioco il proprio potere.
Si dice che in un'economia dissestata la sinistra ha pochi margini, per forza. Che il terrorismo restringe diritti e libertà, per forza. Che non esiste quindi vero scontro destra-sinistra. Zapatero con tutte le sue precipitazioni dimostra che non è vero, che niente avviene fatalmente, che la politica è l'arte di creare isole di libertà nel mare della necessità. Isole che permettono ai Giusti di Borges - autore che Zapatero cita spesso, di cui si dichiara «estimatore fino all'ossessione» - di esistere: l'uomo giusto è «chi preferisce che abbiano ragione gli altri», i Giusti «che si ignorano stanno salvando il mondo». Il conformismo che affligge l'Italia politica ha come fine la conservazione del potere, più che l'emergere del giusto. Anche accettare un mondo interamente dominato dalla necessità è conformismo. Un conformismo meno diffuso nella società, che i rischi li teme ma non li respinge.
Per questo Zapatero è figura significante. Lui stesso racconta come adottò l'etica della parola data. Fu quando, il giorno della vittoria, sentì gli spagnoli gridare: No nos falles!- Non ci deludere! Lì capì - dice - che «il potere è nelle mani di chi il potere non ce l'ha». Che chi governa deve sempre dire: «Il potere non mi cambierà». Che per far rinascere la politica, la partecipazione dei cittadini, la loro responsabilità, occorre estendere diritti e democrazia. Non a dispetto del terrorismo e dell'economia, ma proprio perché viviamo tempi di terrorismo e di difficoltà economica.

